05/03/10

Breve profilo di Camillo Monaco a cura di Pasquale Spina.

.05 marzo 2010
Qui di seguito trascrivo un profilo tracciato dal Dr. Pasquale Spina nel suo bellissimo libro sulla toponomastica oritana: "Oria/ strade vecchie, nomi nuovi; strade nuove, nomi vecchi.

[Il personaggio cui è dedicata questa via è senz'altro un protagonista della vita oritana nella seconda metà dell'ottocento. Camillo Monaco nacque il 22 febbraio del 1819 da Pasquale e da Gaetana Vita. Apparteneva ad una delle famiglie più antiche e ricche di Oria. A leggere i due lavori più probanti scritti su C. Monaco, la biografia del figlio Attilio e il processo di A. Benvenuto, sembra, quasi, di trovarsi di fronte a due personaggi completamente diversi: da un lato il martire dei borboni, il patriota ispirato da ideali di libertà, il propugnatore di idee nuove; dall'altro un personaggio prepotente e vendicativo che per perseguitare le sue vittime non esitava a usare la violenza. Come al solito la verità non sta mai tutta da una parte: a prescindere che avesse o meno degli ideali di libertà, subì, fino al 1860, diversi processi e condanne da parte della giustizia borbonica. All'avvento dei Savoia potè finalmente mettere in atto le sue aspirazioni di essere protagonista della vita politica e amministrativa della sua Città: da allora e fino alla sua morte non vi furono cariche e missioni comunali alle quali Camillo Monaco non fosse chiamato. Fu nominato commissario del Governo Provvisorio Dittatoriale, fu, quasi ininterrottamente, consigliere comunale, per lunghissimi periodi, assessore, e fu anche sindaco facente funzione. Contemporaneamente a questi incarichi amministrativi Camillo Monaco ricopriva altre cariche assai prestigiose: fu Maggiore della Guardia Nazionale e Comandante del battaglione di tutto il Mandamento, fu il primo Presidente della Congregazione della Carità e fu Sub-economo Diocesano di Oria nominato con Decreto Ministeriale dell'8 marzo 1863. Accentrando tutto questo potere, era inevitabile che non si presentassero occasioni in cui Camillo Monaco avesse modo di esercitare quelle vendette nei confronti di coloro dai quali era stato avversato nel periodo borbonico.]