03/03/10

Libro " Un Attendibile: Camillo Monaco" (1927), scritto dal figlio Attilio

.03 marzo 2010

ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
Comitato Prov/le di Brindisi

Riproduzione anastatica della I^ edizione a cura della d/ssa Anna Maria Andriani in ricorrenza del bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini

PRESENTAZIONE (stralcio)
L'edizione del volume "Un Attendibile: Camillo Monaco" (1927), scritto dal figlio Attilio, documenta la storia di un patriota nel contesto del movimento risorgimentale salentino e nazionale, che mirava all'indipendenza e a un regime di libertà, fortemente ispirato al pensiero e all'azione di Giuseppe Mazzini.
Camillo Monaco (1819-1896), terzogenito di Pasquale ("gentiluomo" e proprietario) e di Gaetana Vita di Veglie, nel 1838 si arruolò nella Guardia d'Onore in Terra d'Otranto e, nel 1841, si trasferì a Napoli per frequentare gli studi giu­ridici. Una volta nella capitale del Regno delle Due Sicilie, egli entrò nella grande conversazione ideologica italiana ed europea e diede inizio alla sua avventurosa storia di "liberale temerario mazziniano". Il 6 luglio 1856, a Napoli, sposò Ni­coletta Leanza dalla quale ebbe nove figli: sei maschi e tre femmine. Affascinato dagli ideali di libertà e di indipenden­za, commosso dal tentativo fallito dei fratelli Bandiera, egli chiamò i suoi primi due figli Emilio e Attilio; Garibaldi fu il nome del penultimo figlio, nato nel 1864, e Italia quello della figlia nata nel 1873. Sorvegliato dalla polizia borbonica, entrò nel mirino del commissario Morbilli, il quale aveva intrapreso una "crociata contro i barbuti" nel 1850.
La famiglia Monaco viveva in Oria, modesto centro agri­colo economicamente e socialmente arretrato, del distretto di Brindisi. Nella città, governata da un Decurionato, la popo­lazione era distinta in ricchi proprietari o galantuomini pro­prietari, civili professionisti, "artieri", contadini e braccianti. Due i partiti politici: uno sostenitore del tradizionale regime borbonico e l'altro orientato verso il nuovo ordine di cose, in cui si identificavano le "ambizioni del Monaco".
Un Attendibile si legge come un diario dell'avventura umana e politica di Camillo Monaco, ricostruito dall'interno - con il portato delle emozioni e delle tradizioni di famiglia dello scrivente, figlio del protagonista - con la razionalizza­zione e il distacco dello storico, ma anche di quello stesso figlio ormai in pensione, ma che era stato, anche, cittadino del mondo. Attilio, allora, volle fissare sulla pagina quello che William Wordsworth chiamava "emotion recollected in tranquillity" (emozione ricordata in tranquillità): le lotte per l'indipendenza che avevano preceduto la sua infanzia e i cui racconti avevano nutrito la sua adolescenza. Il lettore di Un Attendibile nota, comunque, tra le righe, una trepida, velata tristezza nei punti in cui lo scrittore-figlio non riesce a spiegare atteggiamenti e comportamenti, a disperdere le ombre, a fugare per sempre insinuazioni e terribili dubbi, quasi volesse giustificarsi di fronte al padre - protagonista della biografia - e di fronte agli altri martiri della libertà, per non essere riuscito a capire appieno e a far piena luce sulle ombre del sospetto. Preoccupato a illuminare le zone buie che avvolgono la vita del padre, soprattutto in quel difficile periodo vissuto a Napoli a cavallo tra 1848 e 1860, il figlio biografo intuisce, sfiora le questioni, ma non tace i dubbi cir­ca l'azione del padre; tace, invece, sui due processi del 1861 e del 1870 circa "i fatti delittuosi" accaduti in Oria il giorno di Pasqua, 31 marzo 1861.
Traspare dalla lettura dell'Attendibile il profondo sen­so di solidarietà umana col padre, esponente di una nobile tradizione famigliare e di un momento storico, dei quali comprende le varie esperienze, uniche e irripetibili. L'autore coglie nei protagonisti la triplice valenza culturale, storica e umana, insieme con la tensione politica. Camillo Monaco emerge come un personaggio chiave della storia di Oria e prezioso anello di raccordo, come apostolo e protagonista del movimento repubblicano unitario nazionale basato sul "Pen­siero e Azione" mazziniano.
Proponendo all'attenzione del pubblico "Un Attendibile: Camillo Monaco" si è voluto aggiungere un'altra tessera man­cante - dopo quella di Sir James Lacaita - a quel gran mosaico della nostra storia nazionale.
Il che non significa che il caso Camillo Monaco sia stato ri­solto, perché la domanda resta: chi è stato veramente Camillo Monaco? Cosa ha fatto?
Egli fu, anche come risulta dagli atti del processo del 1861:
"il Regio Subeconomo della Diocesi di Oria per l'operosità prestata nei fatti dal 1860 al 1861; il Regio Delegato Straordi­nario in Torre Santa Susanna; il Maggiore della Guardia N a-zionale investito dell'onore e del titolo di Cavaliere dei SS.ti Maurizio e Lazzaro; il Consigliere Provinciale; il Presidente della Congregazione di Carità; l'Esattore Fondiario [carica cui il Monaco rinunciò perché "lucrativa"]".
E, come controparte, egli fu visto anche come "Feudatario del Medio Evo, anzi [...] Re del paese colla sua corte di Bravi, ordina e fa eseguire violenze e delitti con­tro i forzati vassalli"?.
Pertanto, solo uno studio incrociato delle fonti reperibili potrebbe fare emergere più chiaramente la figura di Camillo Monaco.
La proposta editoriale della sua biografia delineata dal figlio Attilio, arricchita anche dell'Albero Genealogico della famiglia Monaco e degli Indici dei nomi e dei luoghi, offrendo altra materia di riflessione, vuole essere un invito ad amplia­re e approfondire le ricerche.
A. M. Andriani

Da pag.15 del libro "Un attendibile":
[In queste pagine, che non contengono la cronaca di avvenimenti straordinari o l’accenno a condanne gravi, riporto solo particolari di persecuzioni e di angherie poliziesche contro un attendibile, mio Padre: vecchie cose di un mondo scomparso, sperdute nel turbinio degli anni, e di cui non resta altra traccia che in carte di archivio, ora sature di muffa e di passato, ma che temibili mani hanno scritto e sfogliato.] Attilio Monaco (nella foto a lato)